giovedì 6 settembre 2012

Storie d'ordinaria straordinarietà

La giornata di ieri è stata archiviata all'insegna di due Alex: Del Piero, dopo una vita alla Juventus, ha salutato l'Italia ed è volato in Australia per continuare la sua vita da calciatore, Zanardi, ex pilota di formula 1, ha vinto un'altra battaglia, quella nell'hand-bike, disciplina nella quale ha conquistato la medaglia d'oro alle Paralimpiadi di Londra 2012.

Annalisa Minetti, Assunta Legnante, Alex Zanardi e Martina Caironi
In alto a sx Caironi, sotto Minetti, al centro Legnante, a dx Zanardi
Molto commuoventi entrambe le storie, soprattutto quella dell'ex pilota, che da quando ha perso le gambe, ha continuato a vivere, ha corso la maratona, fatto centinaia di sport, fino ad affermarsi in qualsiasi competizione e diventare persino conduttore di un programma TV.
I telegiornali di ieri, gli status di facebook, hanno giustamente dato molta visibilità all'impresa di Zanardi e anche a quella di Annalisa Minetti, partita da Miss Italia, vincitrice di un San Remo fino al bronzo nei 1500 metri in compagnia della sua guida, stabilendo il nuovo record mondiale della sua categoria.
Storie belle, da scrivere, raccontare e glorificare.
Peccato, davvero peccato, però, che le altre storie degli atleti Paralimpici non siano esistite.
Si è soprassieduto all'oro con nuovo record del mondo nel lancio del peso di Assunta Legnante, che anche tra i normodotati aveva vinto titoli e allori e ancora oggi detiene il record italiano indoor nella sua specialità e che è stata costretta ad abbandonare le gare per l'aggravarsi delle conseguenze di un glaucoma congenito.
Si è omesso l'oro, anch'esso con record del mondo di Martina Caironi, che ha perso la gamba sinistra in un incidente e che corre oggi veloce come il vento nonostante la protesi. La sua medaglia, la sesta d'oro, non viene nemmeno conteggiata dai più importanti siti di informazione, nonostante sia stata conquistata alle 20.46 ora locale, 21.46 ore italiane di ieri.
Se non ne avesse dato importanza Alex Zanardi attraverso la sua dedica, sarebbe stato taciuto anche il bronzo di Vittorio Podestà, conquistato sempre nell'hand bike e l'argento di Ivano Pizzi, in coppia con Luca, suo fratello e guida, nei 24 km a cronometro di ciclismo.
Stessa sorte per Matteo Betti, bronzo nella scherma e Federico Morlacchi, ancora sul terzo gradino del podio dopo aver conquistato la prima medaglia della spedizione azzurra, questa volta nella prova dei 400 stile libero.
Purtroppo ancora una volta la responsabilità è solo nostra, se dessimo a questi eroi lo spazio che meritano, martellassimo i social network con i report delle loro gesta, daremmo loro la gloria almeno durante le paralimpiadi. Il top sarebbe dare loro importanza tutti i giorni, ma sapendo che questo è un trattamento che si riserva solo ai top player di serie A, spero ancora che voi condividiate e parliate di Federico, Matteo, Vittorio, Alex, Martina, Assunta, Annalisa, Oscar, Elisabetta, Alvise, Oxana, Ivano, Cecilia, Pamela, e di tutti quegli altri ancora che da qui alla fine delle Paralimpiadi conquisteranno una medaglia o semplicemente parteciperanno a questa straordinaria avventura.

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