mercoledì 22 agosto 2012

Un mondo da serie C

Vorrei iniziare questo mio articolo di "ritorno" alla scrittura, dopo il silenzio imposto dall'ormai più che nota vicenda che ha riguardato la mia famiglia, ringraziando tutte le persone che si sono date da fare per aiutarci in questo delicato momento. Essendo passata la contingenza della ricerca torno in forma anonima, desiderosa di non scrivere più nomi e cognomi, città e appelli.
Superati questi doverosi ringraziamenti, che probabilmente non saranno mai abbastanza per tutto quello che tanti amici e amiche hanno fatto per noi, lascio perdere tutte le riflessioni annesse e connesse a questa vicenda e torno a scrivere le mie personali
"cose poco intelligenti".
Le olimpiadi sono passate e forse un giorno scriverò qualcosa in proposito, ma quello che mi preme oggi è tornare a bomba sulla cronaca sportiva odierna: la conferma della squalifica di Conte.
A dire il vero l'argomento squalifica di Conte e il calcio scommesse non mi interessano più di tanto, ma ciò che trovo splendida è l'involontaria gaffe commessa da "La Repubblica" in un articolo titolato "Niente sconti per Conte"; all'interno della pagina di cronaca l'occhio mi cade su un paragrafo: "Legge in Lega Pro". Ovviamente lo scrivente voleva riferirsi al Lecce, che a causa della combine nel derby con il Bari, è stata punito con la retrocessione in quella che una volta era denominata Serie C. L'involontario lapsus mi ha aperto un mondo di riflessione, un po' come se Matteo Pinci, l'autore, avesse voluto dirmi che la giustizia, o meglio, le leggi che la governano sono di serie C.
Radunati i pensieri in maniera lineare all'interno del mio cervello penso che questo paese sia davvero una nazione in cui l'applicazione della legge è di serie C in tutti i campi, dallo sport alla politica, dall'ambiente al lavoro, e penso che la vicenda legata all'Ilva di Taranto sia una straordinaria testimonianza della veridicità di questa mia affermazione. Tralasciando l'argomento inerente al possibile fallimento dell'industria italiana, riprendo a parlare del movimento del "tira il calcio alla palla" con l'ultima considerazione odierna, quello che il calcio sia un sistema sempre più marcio e irrispettoso di tutti quelli che sono i principi dello sport. L'apoteosi di questa mia considerazione è rappresentata, oltrechè dal processo che sta andando in scena all'ex Ostello della Gioventù del Foro Italico, anche dalla triste figura fatta dal Napoli alla cerimonia di premiazione della SuperCoppa Italiana.
Non voglio entrare nel merito delle proteste e di chi avesse, o meno, ragione, ma il comportamento della squadra partenopea è la cosa più scorretta che mai si sia vista. Osare non presentarsi ad una cerimonia perchè si è in contrasto con l'arbitraggio è inaudito. Avete visto Cammarelle disertare la cerimonia del podio quando gli hanno usurpato il titolo di Campione Olimpico dei Pesi Massimi a Londra 2012? NO! Perchè signori miei Cammarelle ha nel sangue, come tutti gli altri sportivi visti alle olimpiadi, il rispetto per il proprio avversario e per lo sport che pratica, oltrechè per il pubblico presente.
Ancora più inaudito è il fatto che la giustizia sportiva non abbia sanzionato questo comportamento che insegna ai nostri figli la mancanza di rispetto verso l'avversario e la considerazione che ogni protesta è corretta e giustificata, anche se ammazza la cultura di cui lo sport si fa portatore.
Dobbiamo trovare il coraggio per sovvertire questi sbagliati rapporti di causa-effetto e riportare al proprio posto il giusto e lo sbagliato, che non sono una questione di punti di vista, ma un sistema di regole e comportamenti che debbono essere alla base del vivere civile di ognuno di noi.

5 commenti:

  1. Ci sono tante incoerenze nello sport italiano... ma una società che disconosce il valore della giustizia sportiva e della lega cui è iscritta non dovrebbe nemmeno iscriversi al campionato. Così come è scandaloso, riflettevo già qualche settimana fa in proposito, che una squadra di calcio abbia come sponsor una società di scommesse... io ci vedo un'abissale conflitto, ma parlare di conflitto di interessi in italia ...
    Indignarsi per una sentenza di un giudice sportivo, è esattamente come indignarsi per un arbitraggio scandaloso. Perché? Perché noi siamo prevenuti. Se mi devo fidare che l'arbitro non espella tizio perché qualcuno glielo ha chiesto, mi devo anche fidare che il giudice squalifica caio perché caio sapeva...

    RispondiElimina
  2. Penso che si possa anche dubitare, esistono gli organi competenti dove fare ricorso, perchè la giustizia, essendo sancita da uomini può anche sbagliare e questo è il principio alla base dei tre gradi di giudizio. Disertare una premiazione, però, è come dire che lo sconfitto non può aver perso contro gli altri. E' come dire io sono meglio comunque. Vorrei vedere le 70000 persone che applaudono il Napoli a fare una ovazione per il quarto posto della Cagnotto per 20 centesimi di punto. Il dispiacere per non aver preso la medaglia, per non aver vinto ci sta, ma ci deve essere sempre l'applauso e il riconoscimento a chi è stato più forte di te.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono d'accordo sui valori sportivi che mancano nel calcio. Da tutte le parti però. Non partecipando alla premiazione il Napoli è sceso allo stesso livello della Juve che non riconosce che la giustizia sportiva non gli permette di vantare 30 scudetti.
      Detto ciò, senza entrare nel diverbio antijuve da bar, il calcio avrebbe bisogno di uomini come Campagna, Berruto... avrebbe bisogno che, come in tutte le cose italiane, ci fossero dei "giovani" come loro, con dei valori, ai massimi vertici, non dei politici, perché sappiamo come sono i politici italiani.
      I giudici bisogna lasciarli lavorare. esattamente come a Taranto. E io sono di Taranto.

      Elimina
  3. si, concordo, da tutte le parti nel calcio professionistico, ma ti dirò..quando sono sui campi dei bambini vedo cose quasi analoghe allo schifo degli adulti, segno che a parte qualche lieta realtà il marcio è a 360°. Concordo sul lasciare lavorare i giudici. Per quanto riguarda Taranto andrebbero stabilite le responsabilità di tutti, visto che per anni e anni sono stati dati permessi e intanto moriva gente, quindi c'è stato un andare contro la legge da parte non solo della proprietà, ma da parte di tutti. Mi dispiace che voi dobbiate sopportare sulla vostra pelle questa terribile storia.

    RispondiElimina
  4. Per l'Italsider, come ormai sono abituato a chiamarla anche quando l'ennesimo cambio di padroni non ne cambiava la sostanza ma solo il nome, ci sono responsabilità dirette del governo. Per anni ci siamo battuti indicando i tassi di leucemie terribilmente superiori alle media, ma nessuno, negli ultimi trent'anni, nessuno ha mai dato peso alla cosa. Tanto è al sud. E ahimè, tornando al calcio, sui campi dei bambini è peggio perché crescono senza valori. Nelle scuole calcio giovanili dovrebbero fare i corsi gli arbitri di serie A, per educare alla sportività... mentre oggi i bambini crescono con l'idea che "hanno perso per colpa dell'arbitro" e giù a 7-8 anni mandano a quel paese l'arbitro...

    RispondiElimina